M. PEREGRINI, Delle acutezze

Frontespizio della secentina

Frontespizio della secentina

Accademico Gelato e poi fondatore e caposcuola dell’Accademia della Notte, il Peregrini (1595 – 1652) fu essenziale punto di riferimento non soltanto per i letterati bolognesi del primo Seicento, ma per tutti coloro che sentivano il bisogno di reagire alle estreme manifestazioni del nuovo gusto barocco. Scrittore versatile e prolifico, legò il suo nome agli scritti sul ruolo sociale del letterato (dei quali Il savio in Corte è il più noto) e al trattato Delle acutezze, ove sulla scorta di Cicerone e Quintiliano, e con un’ampia gamma di riferimenti all’antichità greco-latina (e per lo più tacendo invece quasi sdegnosamente i riferimenti alla contemporaneità) si scaglia con mordace ironia contro il ‘solletico d’infilzar acutezze’ della nuova poetica concettista. L’edizione riproduce il testo della stampa bolognese del Ferroni, dal momento che la collazione tra le due stampe che hanno tramandato l’opera ha mostrato la presenza di varianti e di un sistema correttorio che non possono non essere attribuiti all’autore; la stampa bolognese, che il Raimondi scartò come inaffidabile nell’allestire la sua scelta antologica, è però stata emendata, sulla base della collazione con la princeps, dei numerosi refusi e integrata nelle omissioni dovute a sviste dello stampatore.

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